Gli artisti giapponesi non sono ossessionati dalla terza dimensione, dalla necessità di esprimere valori tattili: le loro opere non sono profonde, non bucano al di là del muro al quale sono appese. Anzi, non sono proprio appese: nella maggior parte dei casi, infatti, si srotolano delicatamente.
Esprimono, in maniera estremamente sintetica, concisa, un sistema di rapporti che si risolve in superficie e che non deve significare o dire niente di più.
Quel che si vede è identico a quello che è: non sono due cose diverse (la realtà e la sua raffigurazione), sono la stessa cosa. Hokusai, inebriato dalla bellezza della natura, ha saputo afferrarne l'essenza e fissarne la mutevole vita, nel brulichio del mondo delle forme ma fuori dal frastuono del pensiero, con il sorriso sulle labbra e, dunque, con il sorriso nel cuore.
Hokusai..immensa sensibilità'..la sua "onda"..delicata potenza!
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