lunedì 11 aprile 2011

Hokusai

Gli artisti giapponesi non sono ossessionati dalla terza dimensione, dalla necessità di esprimere valori tattili: le loro opere non sono profonde, non bucano al di là del muro al quale sono appese. Anzi, non sono proprio appese: nella maggior parte dei casi, infatti, si srotolano delicatamente.
Esprimono, in maniera estremamente sintetica, concisa, un sistema di rapporti che si risolve in superficie e che non deve significare o dire niente di più.


Quel che si vede è identico a quello che è: non sono due cose diverse (la realtà e la sua raffigurazione), sono la stessa cosa. Hokusai, inebriato dalla bellezza della natura, ha saputo afferrarne l'essenza e fissarne la mutevole vita, nel brulichio del mondo delle forme ma fuori dal frastuono del pensiero, con il sorriso sulle labbra e, dunque, con il sorriso nel cuore.  

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